Facciamoci una bella risata.

voglia di lavorare

Io lo so che sono un poco bacchettona, rigida e intransigente. Lo so che ho un senso del dovere tatuato addosso che mi imbriglia e mi fa spesso vivere costretta e obbligata. E non voglio tirare fuori a mia discolpa che sono figlia di maestra, con seconda zia altrettanto maestra e terza zia prof. Però parto da questa premessa per raccogliere miseramente un po’ di indulgenza.

So anche che non è stato l’interesse o il desiderio di conoscere a muovermi per essere “brava a scuola”, ma piuttosto quel senso di timor pudore….la paura bambina di non fare brutta figura davanti ai professori, ai miei genitori, ai miei compagni. Non di fronte a me stessa, io allora lavoravo a testa bassa, non domandomi bene perché. Poi facevo più o meno tutto quello che facevano gli adolescenti della mia età, uscivo, andavo in birreria, ridevo, contavo balle, ballavo, litigavo, piangevo, manifestavo il mio disappunto, mi facevo portavoce in classe di alcune rimostranze, venivo sbattuta fuori dalla classe per irrefrenabili attacchi di ridarola. In sottofondo però agiva sempre e instancabile quel senso del dovere. Lui non mi abbandonava mai. L’ho combattuto e l’ho anche ringraziato in tanti momenti della mia vita. E me lo ritrovo accanto ogni giorno, tentando di addomesticarlo ed addolcirlo.

Oggi lui non si indigna più solo per e con me, ma anche quando vede piccola donna e nano da giardino svogliati, perditempo, fancazzisti. E vai a fargli capire che è normale. Non sente ragioni, non concede time out, si impone ingombrante.

Si è violentemente impossessato di me l’altra sera, sì è successo, e mi ha fatto pronunciare un misto di frasi irripetibili, pedantemente stereotipate. Sempre per senso del pudore, ne riporto un minimo estratto…

“Non ti stai impegnando abbastanza, giochi al ribasso. E lo si vede, lo si vede dai voti. 7 è mediocre (sì è terribile, lo so, mi è proprio uscito l’aggettivo mediocre) ….E tu lo sai che non guardo ai voti, no, non è di per sé importante il voto, ma l’impegno che tu ci metti e non è l’impegno di un giorno sì e di un giorno no, quello costante, metodico, sistematico… così non si va tanto lontano”….Santi numi dove vado a parare con questo discorso, sento che il climax ascendente è incontrollabile, guai a te se tiri fuori tutta la tua esperienza di studentessa e di sacrifici fatti…fermati!

Guarda come ti guardano. Esterefatti, occhi tra il condiscendente e l’incredulo, non capiscono. Non capiscono quel senso del dovere malato che tu non hai saputo tenere a bada, non capiscono che tu lo vorresti suscitare e indirizzare in maniera sana, per trasmettere loro la voglia di fare unita alla passione. Scoprire un talento seppur piccolo, leggere e studiare, capendo quanto possa essere bello. Non possono forse capirlo ora, in assoluto, e sicuramente non in questo modo, non con te che sentenzi e proclami, posseduta da un mostro.

Mi rifugio in vergognosa ritirata. Loro sparecchiano silenziosi. E si guardano complici, hanno sicuramente voglia di ridere, ma soprattutto di dire ad alta voce “Mamma è pazza”.

Si avvicina dopo circa mezz’ora nano per farmi firmare il diario. E’ da quest’estate che non prende in prestito un libro dalla biblioteca… casualmente non aveva capito che si dovesse fare ogni 15 giorni. E tutto sorridente ed orgoglioso mi mostra la sua scelta: Voglia di lavorare saltami addosso di Giovanni Arpino.

“Sai mamma, ero di fretta, ho scelto un libro piccolo, il più sottile, il titolo mi è piaciuto e ho pensato, già che devo leggere è corto e almeno mi faccio qualche bella risata”.

Questa frase ricuce la serata. Tiro un sospiro di sollievo, fino alla prossima scomposta esplosione che sicuramente farò, e si scoppia a ridere, in barba ad ogni opprimente senso del dovere.

40 thoughts on “Facciamoci una bella risata.

    1. No guarda mi faccio quasi paura e ho scritto perché quella serata ha avuto qualcosa di surreale…tra il comico e il melodrammatico…sì sì il suo contenuto senso del dovere l’ha avuto 😉

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  1. Massì, grazie al cielo siamo ancora in parecchi ad avere il senso del dovere. Per fortuna, “opprime” ancora una buona fetta di Nazione, perchè è grazie a questa fetta che qualcosa continua a funzionare.
    Nel contempo… facciamoci pure una bella risata! 🙂 e guai a non farla!

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    1. Guido, io credo davvero che il senso del dovere ci debba essere e credo come ho detto che oltre ad avermi talvolta oppresso, mi abbia davvero aiutata e continui a farlo.
      Trasferirlo in maniera sana, coinvolgente ed equilibrata ….questa è un’altra impresa!!!

      Cmq alla fine di quel quadro surreale, di me posseduta dal sacro senso del dovere, la risata ci voleva proprio!!!

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  2. Bel discorso. Anch’io sono una prima tutto il dovere e poi il piacere, tanto che a volte il piacere non arriva mai 😅( troppe cose da fare) ma insomma ogni tanto bisogna fermarsi e … Ridere 😀

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  3. ahah! carrinachesei!… l’importante è tentare di insegnare qualcosa che hai e conosci… io mi ritrovo a chiedere più attenzione e presenza ad un Mini che ha una mamma sconclusionata e pasticciona!!… lì è un bel casino 😉

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    1. Tentare è proprio il verbo corretto con ampi margini di miglioramento 😉 bacio Tati, tu sei bella proprio perché un po’ “pasticciona”, mi sa o meglio, direi, creativa!!!

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      1. “creativa” al posto di “pasticciona” suona come ” io non sono disordinata, solo occasionalmente non so dove ho messo le cose…” 😀

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  4. Sapessi quante volte mi ritrovo a fare predicozzi che ho odiato da figlia e odio tuttora da madre, eppure… Poi a volte si riesce a sdrammatizzare e riderci su e allora è comunque tutto ok. A volte invece si finisce tutti a innervosirsi sul serio e questo mi dispiace, ma succede. Mi ritrovo a cercare di insegnare la responsabilità, l’impegno, e persino la passione, quasi che la passione potesse essere insegnata, in

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  5. uffa questi commenti che partono da soli… 😦 dicevo, in questi casi forse è la paura a parlare, la paura che non trovino nulla a cui interessarsi davvero, anche se “a freddo” so che non è così, ma spesso sembrano davvero aspettarsi la pappa fatta su tutto, anche sulle cose che gli piacciono, e in qualche modo cerchi di fargli capire ma…. qualcuno mi dice che serve comunque, che poi, da più gtandi, queste cose comunque le ricorderanno e gli saranno utili nonostante il tono in perfetto equilibrio tra l’ansioso e l’isterico. Che dire… speriamo! 🙂

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    1. È così! è la paura di vedere poca grinta e determinazione, una mollezza diffusa… Per me è così, vado in corto circuito, sbraito, generalizzo, amplifico e mi rendo conto che forse sto esagerando, ma è troppo tardi, ormai mi è partito l’embolo e poi mi prendo in giro, faccio tutto da sola!!! Avevo letto tempo fa Gli sdraiati di Serra, non che lui mi sia particolarmente simpatico, ma mi aveva fatto riflettere molto il suo libro e ora a distanza di anni mi ci ritrovo in.pieno!!! Un saluto caro e buona giornata

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  6. Ma si, é giusto essere bacchettoni. In fin dei conti sgridavi anche me durante il mio incubo di “diritto privato”.
    “Cilla stai ripetendo? Stai studiando? ” 😂😂😂
    Ma noi ti vogliamo bene proprio per questo 😘😘

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    1. E pensa che oltre a volermi bene, hai ancora voglia di vedermi…sono i miei ragassi che vorrebbero scappare e chiedere asilo politico dai Gattullo!!! 😁😁😁😘

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      1. Siamo tutte uguali. Tutte mamme in preda a mille pensieri, mille preoccupazioni, e si, a volte sbottiamo come pazze, ma é normale. Ma tu sai come son fatta, e che c’è una parte di me che non può far a meno di accettare il fatto che anche loro non sono invincibili e che a seconda dei momenti che attraversano possono andare bene anche i voti un po’più mediocri, ma so anche che sulla mia severità dovrò ancora lavorarci un po’su.😂😂😂

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  7. Mia cara, eccomi! Il mostro si impossessa anche di me, e non è solo quello del dovere, ma dell’educazione, del rispetto, e allora mi accorgo che dalla mia bocca escono le parole senza che io possa fermarle, e sono prediche noiose e ripetitive, finché lui, ormai quasi novenne, mi dice: sì ho capito, basta ora. E così mi risveglio e penso che sono una cazzona, che avrei potuto dire le stesse cose in meno tempo e con più gentilezza, perché così facendo sono passata dalla ragione al torto. Abbiamo anche noi da imparare, come loro. E se abbiamo questa spadona di damocle del senso del dovere e loro non ce l’hanno, senti, forse tanto meglio! Ché poi sono sicura che qualcosa gli stiamo trasmettendo, e magari si ritroveranno ragazzi studiosi, curiosi (già lo sono anche i tuoi scommetto), con qualche passione che ameranno coltivare, speriamo con più ‘leggerezza’ di noi. Per me ogni cosa (dalla scuola, al pianoforte al conservatorio) è stato un macigno, sono riuscita, bene anche, ma a che prezzo? Un abbraccio mia cara, e stai tranquilla che succede a tutti, i nostri figli come vedi alla fine ci ridono pure, quindi tanti traumi non li hanno 🙂 baci!

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    1. Eccomi finalmente sono poco connessa in questi giorni…Un po’ latitante…spero tu abbia buone notizie…😊 tengo per quanto posso lontano i mostri 😉 ti abbraccio cara!!!😘

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