Se fossi.

Rientro a casa. E’ sera. Stanca, disarmonica, indolenzita. Ogni volta mi riprometto di tornare alla mia vita vera, che sa di buono,  con una scorta maggiore di buon umore ed energia. E mi ritrovo sempre allo stesso punto, smetto di pensare, respiro e mi butto nella parte finale della giornata.

Piccola donna arriva con il suo sorriso disarmante. Pieno, aperto. Alla mia domanda “Come è andata oggi?” risponde sempre con generoso slancio “Bene, bene” forse per rafforzare quel concetto, forse per regalarmi una delle sue dichiarazioni di positività. Fatto sta che quel doppio bene mi riporta subito a una condizione di pace. Ce n’è bisogno in questi giorni di riflessioni pensose, di sguardi persi e attoniti, increduli, di paure diffuse, di poche parole spese in casa sui fatti accaduti.

Senti la poesia che ho scritto. Sentiamo.

“Se io fossi…

Se io fossi neve, non lascerei che il sole mi sciolga,

Se io fossi acqua, non permetterei che mi si sprechi,

Se io fossi un’ombra sceglierei a chi appartenere

Se io fossi guerra odierei chi mi ama

Se io fossi il tempo, ogni tanto farei una pausa

Se io fossi un pennello starei sempre nelle mani degli artisti

Se io fossi un libro, sarei la culla dei bambini

Se io fossi una stazione, farei partire treni verso un mondo migliore”.

“Ti piace? Senti mamma, ma dici che è pericoloso che io vada a Roma a dicembre? Tu mi farai andare?”

Non so rispondere, non te lo so dire se sia pericoloso o meno, non voglio pensarlo ora, ma lo farò.

Ora però rileggimi le tue parole, non so se sia poesia, ma hanno un bel suono e fanno intravedere quello che hai dentro. Mi sono piaciute, non sai quanto.