Di voci, sussurri e vocazioni.

topo talentuosoDietro ad ogni uomo e ad ogni donna donna ci sono storie.

Dentro ad ogni uomo e ad ogni donna c’è una vocazione, qualcuno la considera addirittura una chiamata, aggiungendo un tocco di misticismo. A questa storia, lo ammetto, io non ci ho mai creduto troppo, non ho dedicato forse la giusta attenzione. Il va’ dove ti porta il cuore mi ha sempre suscitato reazioni miste, tra il fastidio e l’imbarazzo.

Eppure da mesi ci ripenso tanto a quella storia, trascurata, tralasciata, anche un po’ schernita, vuoi per incuranza o fretta, vuoi per pigrizia o paura, poco importa. Ma oggi qualche cosa al riguardo mi viene da dire.

La vocazione è una voce interiore, flebile e soave, difficile che sia una voce roboante capace di scatenare reazioni immediate e vigorose. No, la vocazione è qualcosa che parte da lontano, mostra il proprio sé da subito e poi come un seme, cresce a poco a poco, per maturare ed uscire, forse, allo scoperto.

Un sussurro che viene dal nostro metterci in contatto con il mondo: cinque sensi desti, cuore in ascolto, mente vivida e attenta. E chi non ha timore di ascoltare e rispondere a quei richiami interiori, io credo che la sua strada la trovi per davvero. Anzi proprio la vocazione, che non è nulla di altisonante, è semplicemente sinonimo di vita. Tutto qua.

Da piccola giocavo a fare la maestra, poi sognavo di fare la professoressa, non del liceo per carità, delle medie, di quella fase di mezzo, né carne né pesce, dove insegnare vuol dire anche far crescere. Aiutare ad ascoltare quella voce interiore, far uscire quella passione ancora in bozzolo, far sperimentare la gioia di leggere “Il sabato del villaggio”. E quella gioia lì io l’ho provata grazie alla mia professoressa di italiano, caschetto nero, occhi neri e intelligenti, passione smodata. Lì ho capito che la mia strada sarebbero state le lettere e la letteratura, delicatamente scoperte, velocemente amate.

La vocazione era quella, facile dirlo oggi con il senno di poi, a distanza di anni, felicemente impegnata in altre imprese. Eppure eppure quella voce lì io la sento ancora, e quando mia figlia studia Boccaccio e mi ripete che cos’è il Decameron io lo risento quel sussurro che ho annacquato, attutito, dimenticato.

Chi non si sottrae alla realtà e ai rischi dei suoi richiami, non ne ridimensiona e smorza i bisbigli, scopre che questa vita è una partitura in cui tutti sono protagonisti, anche se ci capita o sentiamo dentro di noi una parte che la maggioranza considera “minore” o non completamente “adeguata” o non così “facile da perseguire”. Ma poco importa. Volevo fare la professoressa e non smetto di pensare che prima o poi la farò e a mia figlia che mi dice che da grande farà l’attrice non dico più nulla. Cancello quello sguardo perplesso che emana incredulità e un poco di disapprovazione e la ascolto. E a mio figlio che dichiara trionfante che lavorerà alla Apple e scoprirà qualcosa di veramente innovativo, neanche a lui dico per ora nulla. Lo ascolto. Perché ogni voce interiore, che parte da lontano e si insinua come un seme, va perlomeno ascoltata, almeno una possibilità occorre dargliela.

Questo però ve lo voglio dire, prima o poi. Ogni parte recitata al meglio è quella di chi è protagonista della propria vita. Forse non farete né l’attrice e probabilmente neanche l’informatico o il designer, ma ascoltate e date spazio a quei richiami, così profondi. Lì troverete terre inesplorate, farete crescere sogni inespressi, semi che daranno in ogni caso frutti.

Vorrei che l’ascoltiate quella voce. Togliete il rumore di fondo, tralasciate le voci dei passanti e coltivatelo quel piccolo talento che si intravede all’orizzonte, inclinazione o attitudine che sia, io ve lo auguro di cuore di scoprire un talento che vi renda sognatori e felici, solidi e fragili, una fonte inesauribile di gioie e delusioni, come sono tutti i progetti, le faccende più importanti, quelle degne di nota. Quelle memorabili, insomma.

48 thoughts on “Di voci, sussurri e vocazioni.

    1. non so se sia la razionalità in questo caso ad offuscarci e ad attutire quella voce, forse sì…un eccesso di realismo, una sorta di paura non pienamente riconosciuta, non so…

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      1. Probabilmente è così, mi hai quasi convinto 😉 …a parte gli scherzi, è vero, certe volte il buon senso ci frega, quel buon senso che spesso invochiamo …

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      2. ci piace raccontarcele, siamo fatti così… e tra i motivi più gravi e diffusi del non ascoltare la “vocina”, mi consta ci sia il non voler deludere o contrariare le aspettative altrui nei nostri confronti. Mi è molto piaciuto infatti leggere dell’attenzione verso i tuoi figli, davvero ammirevole

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  1. A parte il simpatico topolino pifferaio che arriva a scombinare le carte note… hai scritto qualcosa di fondamentale: credo che l’inseguire i sogni spesso porti a non vederli plasmati ma sicuramente fornisce la traccia migliore per rincorrere un pizzico in più di felicità e senso di realizzazione!

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    1. Penso anch’io che seguire i propri sogni regali un pezzetto in più di felicità. Assolutamente!!! E non ci sono limiti d’età, dunque possiamo sempre ascoltare o riascoltare quella voce… 😉

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    1. Grazie Mela…è proprio un augurio rivolto a tutti, naturalmente il pensiero vola subito ai miei figli, ma davvero tutti siamo chiamati in causa! Con tutta la vita che abbiamo davanti 😉…Grazie per i tuoi apprezzamenti, sono importanti e mi fanno felice 😘

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  2. Sei bravissima, hai un controllo perfetto del concetto e della singola parola che lo concretizza. Io non entro mai nella visione dello scrivente, lo considero uno spazio personale e come tale da me inviolabile.Ma non riesco a non provare piacere o il rifiuto al modo e al come uno scritto si propone. E quando questo piacere lo riscontro non posso evitare di esternarlo.

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    1. Ma cosa posso dire Guido? Mi fai felice!!! Non mi riconosco questa bravura e non lo dico per falsa modestia, penso semplicemente di sentire intensamente le cose di cui parlo…in questo caso forse i concetti emergono limpidi e più efficaci. Grazie grazie!

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  3. Per realizzare i propri sogni, la propria vocazione, bisogna aver la fortuna di avere al proprio fianco persone che guidino veramente e che riescano a scindere ciò che sono loro da ciò che è colui che insegue i propri sogni. Tu sicuramente li aiuterai a seguire i loro sogni…..

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      1. Lo sarai. Ogni volta che li guarderai saprai che sono “altro” da te. Ogni volta che guarderai i loro occhi vedrai i loro sogni e le loro paure. Saranno mischiate, sospese in un vortice di insicurezze e speranze. Tu sarai lì per aiutarli a prenderne consapevolezza 😘

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    1. Ma grazie Principessa!!! Quando sento che qualcuno si emoziona, credimi è il più bel regalo 😃 è un tema che sento tanto questo, è da un po’ che ce l’avevo dentro!

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    1. Sì ora che sono cresciuta l’ho capito…ma non credo sia troppo tardi 😉 sicuramente potevo stare più in ascolto e seguire di più le mie propensioni…ma tutto dopo appare chiaro e netto, ora è facile!

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      1. Io non ho mai seguito i miei sogni, ho sempre ascoltato chi “ne sapeva più di me”… Ora mi ritrovo con quella che è sempre stata la mia vocazione, dopo aver perso tanto tempo…
        E no, non è mai troppo tardi 😉

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  4. Anch’io avrei voluto fare l’insegnante, di matematica per la precisione, scuole medie o biennio superiore. A livello nozionistico ci siamo (laurea in Statistica) a livello didattico anche (ho fatto tantissime ripetizioni, ho sempre avuto riscontri molto positivi).
    Poi però c’è la realtà. Mi laureai in un periodo difficile, concorsi chiuso per 3 anni, la necessità di trovare un lavoro.
    Non ho fatto l’insegnante.
    Ogni tanto aiuto mio figlio, e vedo che la mia verve è sempre pronta, magari a volte (proprio perché è mio figlio) mi accorgo di essere un po’ troppo esigente con lui.
    E mio figlio vorrebbe fare il pilota, ora ha scelto una scuola superiore che potrebbe fare al caso suo.
    Anche lui ha la sua vocazione, speriamo che trovi la strada giusta.
    Con affetto,

    K!

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    1. Ecco io e la matematica siamo proprio distanti, dobbiamo ancora incontrarci 😉 E’ proprio come dici tu, la realtà spesso prende il sopravvento e le contingenze dettano alcune scelte….mi rivedo in parte quello che hai scritto, mancanza di concorsi unita all’esigenza di trovare un lavoro e rendersi indipendenti hanno fatto sì che la strada dell’insegnamento venisse abbandonata…chissà…non è mai troppo tardi… Ricambio con affetto il saluto!

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  5. niente… mi togli parole e pensieri… speriamo di riuscire ad affiancarli nel sentire quella vocina del cuore…. e auguriamo a NOI, di sentirla sempre 🙂

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    1. Si speriamo di riuscire ad affiancarli non solo a parole, ma davvero poi nei fatti…e cmq quella vocina anche noi dobbiamo ricordarcela e ascoltarla, assolutamente sì 😉

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  6. Mi piace questa tua riflessione, mi ritrovo.
    Mi ritrovo come madre quando ascolto mia figlia che dice di volere fare l’inventora (lei non condivide il fatto che non ci sia il femminile per parole come inventore o architetto). Mi ritrovo come persona quando provo con forza a coltivare il mio piccolo talento… Grande Marghe!

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    1. Che carina!!! Ha perfettamente ragione 😉 l’inventora è un mestiere bellissimo, altro che vocazione ci vuole! Eh sì anche per noi c’è sempre spazio e tempo per coltivare i nostri talenti 🙂 e tu lo stai facendo, altroché! Un abbraccio

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  7. Oddeo marghe…. Una mamma cosi… E un’insegnante cosi… Che non tarpa le ali… Che insegna la vita…. Con la passione e la gioia che metti tu…
    Hai ragione a vokte quwlla vocina la tappiamo… Col senno di poi anche a me piacerebbe avere ascoltato delle vocine accantonate…. Alcune non potranno trovare voce, altre magari un giorno! Fai bene cosi con i tuoi ragazzi!

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    1. Ma sai tra il dire e il fare…cmq sì almeno sulla teoria ci siamo…ci penso tanto a questa storia ultimamente, perché spesso non diamo credito a quelle voci, le confondiamo, non diamo la giusta importanza…e invece sono convinta che ognuno possa avere un’ispirazione da seguire! Ciao Alessia bella! Un abbraccio

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      1. Forse se tra il dire e il fare non ci fosse perlomeno un ruscello non saremmo umane!
        Eh se uno puo magari riesce anche a seguirle quelle vocine… Anche dopo tempo… O in modalita diverse… Reimpastando tutto.ma ottenendo comunque risultati appaganti! Speriamo cara guarda!
        Come ê andata ieri?

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      2. Ieri è andata bene!!! Cilla alla grande, chiamata anche sul palco nel gran finale la Piera 😉 e poi sorpresa delle sorprese Mela è venuta anche lei! Una bellezza 🙂

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      3. Piera sul palco? Ha letto? Maddddai! Che bello! Immagino cilla tra i suoi quadri!
        Mela!!! Uhhhhhhhhhhh! Tesora! Alla fine dora non é riuscita a venire ve? Ah e sarà venuto pure avvo! Notte notte tesorella!

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