Rispolvera quei gesti.

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Se fosse facile, credimi, se lo fosse saprei sempre come fare. Saprei quali gesti usare e richiamare alla memoria.

Il pranzo al sacco. Due panini imbottiti, un succo, un dolcino, un tovagliolo colorato e una cannuccia. Perché in quel tovagliolo avvolgi un pezzetto di cuore insieme al cioccolato e sai che quello è il suo colore preferito, anche se non lo userà.

La presenza silenziosa di chi si avvicina e ti rimbocca le coperte. Appoggia il libro sul comodino insieme a due labbra morbide sulla tua guancia e spegne la luce.

Il passaggio in macchina di chi ti porta a casa. Sta lì e aspetta fino a quando non ti vede inghiottita da quel portone. E quel suo stare lì ti dice che ti vuole bene veramente e si preoccupa di te fino a che non sei al sicuro.

I fiori in tavola. Che sia o no apparecchiata, quei fiori lasciano una scia di cose buone, conducono a pensieri promettenti, sprigionano la loro bellezza, anche fugace. Se poi li hai ricevuti profumano di desideri e di speranze.

La telefonata di avviso. Che sono rientrata, che sei già arrivato, che sei da una compagna, che è andato tutto bene e non potevi aspettare di arrivare a casa per dirmelo. Perché anticipare una richiesta e un bisogno, un’attesa, è una come una carezza che non ti aspettavi.

La tisana e il the. Preparato anche se non l’hai chiesto. Accompagnato dai biscotti burrosi e lasciato lì accanto alla luce di una candela che odora di cotone. Sul tavolo della cucina, che è la tua stanza preferita.

Il rientro a casa. Smetti di stare al telefono, lui di giocare a Minecraft, lei di ascoltare la musica. Perché non c’è momento più bello di quello e va vissuto come una voce di richiamo. Tutto si ferma in quell’istante in cui ci si si ricongiunge a cerchio.

Il regalo inaspettato. Che sia quella maglietta a righe che era proprio quella lì, l’estrattore di succo forse un domani, un anello che ti ha folgorata e hai messo da parte, una scatola di Lego in formato maxi. Perché dare prima e fuori dal tempo, svincolati dal momento ufficiale, da quella data scandita è gioia genuina.

La vita è fatta di gesti di premura. Che non è apprensione, né preoccupazione. E non è solo amore, né tantomeno passione, non è neanche fatta di sola dolcezza, la premura. E’ una cura attenta e discreta, ripetuta e continuativa, diligente e costante. Per nulla scontata, ma impegnativa. E’l’urgenza di un gesto affettuoso che anticipa un desiderio o semplicemente lo asseconda.

Se fosse facile, credimi, se lo fosse saprei sempre come essere premurosa. Mi chiedo se sia ancora importante, se non sia una virtù antica, leggermente in disuso. Di chi disponeva del tempo, non si perdeva in distrazioni, di chi amava fermamente concentrato. Io volubile e dinamica, li dimentico quei gesti, li sotterro, li lascio impolverare sotto una pila di doveri, di occupazioni, commissioni varie e insignificanti. Non so neanche se si possano imparare, sai, se si possa contare su un recupero accelerato. Una cosa è certa però, li ho visti, respirati e vissuti sulla mia pelle, quei gesti. Mia mamma non ha mai dimenticato di mandarmi a scuola con una merenda fatta da lei, accompagnata anche da un bigliettino, una filastrocca giocosa di rime rigorosamente baciate. Organizzatrice di merende, feste e compleanni memorabili, mia mamma.

Mio papà invece è sempre stato il mio accompagnatore, arrivava in ogni luogo in anticipo e con l’ombrello, non si sa mai, meglio evitare ritardi ed essere preparati per una pioggia accidentale. Un punto fermo, un porto sicuro fatto di buoni consigli, non sempre richiesti, e di disponibilità gratuita e in avanzo.

Ci sono piccoli e banali gesti che compongono la quotidianità e la farciscono di premura. Ognuno ha i suoi. Spesso sono talmente piccoli e apparentemente inconsistenti che non ci prendiamo nemmeno la briga di farci caso, né tantomeno di condividerli per allargare il nostro cerchio.
Eppure, ogni tanto, quando, per qualche motivo, si sfilacciano, allora sì che ne sentiamo l’importanza e ne cogliamo l’intrinseca bellezza.

Asciugarle i capelli al mattino, fermarsi in quel momento in cui accarezziamo e pettiniamo i suoi lunghi capelli. Preparare un caffè. Consigliare la cravatta giusta. Lasciare i biglietti della metro sul tavolo. Mandare un messaggio senza chiedere nulla, per dire soltanto. Dedicare un tempo non previsto. Sacrificare un tempo programmato. Attutire una presunta caduta.

Perché le abitudini, i piccoli gesti di premura sono quello che scegliamo, sono ancore che ci tengono saldi, sono la forma dei nostri giorni che, alla lunga, si mischia con la sostanza, sono orpelli che abbelliscono in modo irrinunciabile. Sono il sale che dà gusto, sono la direzione che indica il riparo, sono quei semi diligentemente curati dai quali crescono solo frutti buoni.

71 thoughts on “Rispolvera quei gesti.

  1. Mia madre ad esempio aveva l’abitudine di scrivere una frase sul calendario, anche una sola parola, era un suo modo di scandire la giornata! Io la trovavo una cosa assurda o inutile,… ne ho riconosciuto l’impatto emotivo solo quando, per motivi di forza maggiore, non lo ha più fatto. Bello il tuo post! R

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    1. E’ così, ti confesso che quelle poesiole nel bambino le pativo anche un po’, tutti intorno a leggerle e io non ne capivo tanto il significato, mi sembravano fin eccessive! ora ci ripenso e ne colgo il valore e sopratutto penso al tempo dedicato, all’amore dentro quei foglietti 🙂
      Sono contenta che ti sia piaciuta…è da giorni che ci penso e tutto è partito da un pranzo al sacco che ho preparato, accertandomi che ci fosse il tovagliolo colorato 😉

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      1. peccato che da un lato certe cose ne percepiamo un certo valore solo quando non ci sono più , forse perchè diamo sempre per scontato che certe abitudini ci saranno sempre o non sappiamo dare il giusto valore! Ma il mistero della vita, e tutto quello che ci gira intorno, in fondo è anche questo. Consideriamoli come tesori nostri 😉

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      2. E’ una rincorsa sempre per poi accorgerci che quello che avevamo e ora non c’è più, era così bello e prezioso…credo sia un processo inevitabile. In alcuni casi forse si può imparare a farne tesoro, ma si passa sempre attraverso l’assenza…però dai già accorgersene non è da tutti!!! 🙂

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      1. Superate non credo, forse c’è sempre meno tempo, i rapporti umani diventano più superficiali, ma un atto di gentilezza tocca il cuore, è un linguaggio universale. Un abbraccio mia cara!

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      2. No hai ragione, però più rare sì! Che sia un linguaggio universale non c’è dubbio, come non c’è dubbio che tu sappia ascoltarlo e parlarlo 😉 Grazie Mela cara, grazie ancora per la bella giornata, da ripetere!!!

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  2. Ho avuto un’infanzia sì serena, forse grazie alle nonne….mia madre non aveva grandi abitudini verso di me…..il suo universo era il cucito, una brava sarta, ma mangiavamo in mezzo ad aghi e fili di cotone, si mangiava in fretta ed a scaglioni, ed eravamo quasi sempre solo in tre, perchè mio padre era camionista e stava fuori casa giorni e giorni…..le uniche volte che la famiglia ricordo la tavola riunita era durante le grandi feste, quando eravamo ospiti dalla nonna, non mi accompagnava a scuola, passava direttamente la maestra a prendermi a casa , il mio incubo, la colazione era un the, e ancora oggi non ricorda che prendevo il tè perchè sono sempre stata intollerante al lattosio, forse è per questo che mi sono fatta la mia famiglia precocemente, avevo la mancanza di una vera famiglia attorno….
    Mio madre è mancato presto e tutto sommato mi manca, mia madre è in ottima salute, sono contenta, in fin dei conti è sempre la mia mamma…..
    Ops, mi sono dilungata troppo…scappo buona serata

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    1. Ciao Mirna cara, no non ti sei dilungata troppo, è bello leggere i vissuti che ci accomunano in parte e come ognuno di noi abbia vissuto o meno certi riti, sentendone in qualche caso, magari, la mancanza! E’ verissimo che ciò che ci è mancato, poi cerchiamo di viverlo e riprodurlo quanto prima, nella nostra vita da grandi! un abbraccio e buona serata

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  3. Se vengono da un famigliare, le premure son date per scontate, dovute, ma se è un estraneo ad averne divengono una piacevole sorpresa, una meraviglia, e il mondo tutto ci appare più sicuro…

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    1. Le premure aiutano come dici tu a far apparire il mondo un po’ più caldo e sicuro…e anche se arrivano dai familiari, con il tempo, se ne scopre il valore profondo. Sono comunque ben gradite 🙂 un abbraccio Dora

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    1. Credo che sia qualcosa che piaccia a prescindere, probabilmente se non lo si è vissuto nella quotidianità quando lo sperimentiamo, ci accorgiamo ancora di più della bellezza! Un saluto dolce di buona giornata

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  4. veramente molto bello …
    il racconto di piccoli istanti di vita ma che possono cambiare una giornata intera,
    le premure sono un dono, un grande dono anche se confezionato in una piccola scatola 🙂

    lasciamelo rubare questo tuo bellissimo scritto … 😉

    ciao e buonanotte

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    1. Ciao Claudio, ma con piacere te lo lascio rubare 😉 anche per me sono istanti preziosi, capaci di cambiare un’intera giornata!!! E buona giornata a te 🙂

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    1. Oh ma grazie! Mi frulla nella testa da parecchio questo post sulla premura, poi come sempre sono piccoli episodi a sbloccarci per darci il giusto slancio e mettere nero su bianco i nostri pensieri 🙂

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  5. Non so se sono premuroso o meno.
    Penso a molti aspetti, mi “preoccupo” per moglie, figlio e genitori, ma non so se lo faccio per “premura” o perché sento di “doverlo” fare, o magari perché lo faccio in automatico.

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    1. Già che tu lo facci credo sia una gran cosa 🙂 poi le ragioni possono essere diverse anche a seconda del contesto! Grazie per le tue riflessioni e le tue parole che denotano sempre una lettura partecipe 🙂

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  6. Credo che la premura e la gentilezza, ovviamente non formali, facciano parte del Dna. Intendo qualcuno le ha innate qualcun altro no, o ti appartanegono oppure no, non si imparano o, se avviene, sono appiccicate addosso come una garza superficiale. Per cui oggi anche se di fretta rispetto a un tempo, e con modalità diverse causa la frenesia della vita che ci inghiotte, già riflettere sulla premura come hai fatto tu significa averla. E spesso molti piccoli gesti anche apparentemente banali sono frutto di questa cura che viene talmente automatica da sembrare scorrere via. Premura che non significa ansia, è attenzione all’altro.
    Primula

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    1. Credo anch’io sia questione di DNA, eppure temo che nonostante l’innata propensione la vita e poi l’eccessiva concentrazione su di sè e sui propri bisogni possano inaridirci. Perché essere premurosi richiede davvero impegno e costanza, per questo la riflessione era rivolta un po’ a tutti, me inclusa 🙂 Un abbraccio e grazie!

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  7. …è un’altra forma di amore, quello grande che entra nel tuo tempo… e a volte neanche te ne rendi conto ma lo fai… e chi ti sta accanto se ne ricorderà sempre…
    ( che belle righe cara la mia Marghemeraviglia!) 🙂

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    1. E’ una declinazione diversa dell’amore, sì, più sottile e silenziosa, ma quanto mai importante. Nel ricordo, a lungo termine, nella crescita di se stessi più sicuri 🙂 ma che bello che ti siano piaciute queste righe Tati cara…mi sono anche immaginata la tua faccina, leggendo questo commento 🙂

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      1. adoro quel tipo di attenzione… quanto zucchero ama nel caffè… la tazza preferita… ricordare un avvenimento e mandare un messaggio… sono gesti sottili e delicati… ma è lì alla fine che si nasconde il sentimento sincero, no?
        … pensa, adesso non devi nemmeno immaginarla troppo… come io la tua… 😉 :-*

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      2. sì quei piccoli gesti che fanno capire una cura e un’attenzione dedicata, le coccole per dirla in breve!!! E lì c’è il sentimento più intimo … no no adesso non dobbiamo neanche più immaginarle le nostre belle faccette 😉 bacini

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  8. Ci penso spesso da qualche tempo al “prendersi cura”. Non è sempre facile con due adolescenti. Però quando ci si riesce è quasi più bello per chi lo fa che per chi lo riceve. E poi si spera che quando saranno grandi, anche loro ricorderanno con tenerezza questi piccoli gesti 🙂

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    1. Eh no non è per niente facile…ne ho una di adolescente e uno prossimo…;-) come dici tu è tanto bello riceverle quanto darle queste attenzioni, in alcuni casi vale più la seconda…con i figli credo che si vada a fasi, ora è il nostro turno e di fondo c’è una gratuità che varrà sempre. Ciao Alexandra, buona serata ❤

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      1. Fanè…:-) Io, qui a Milano, ho come riferimento un piccolo ristorante in una vietta del semi-centro, quindi non antica ma però d’antan, appunto, con padrone e cameriere coi quali reciprocamente sappiamo già… senza spendere parole. D’estate, passo le sere invece in una gelateria dietro casa, lei – la padrona, la vedova – la conosco da trent’anni.
        Fino a un certo punto, quando arrivavo dicevo “Il solito”, da parecchi anni mi risparmi anche quello. Parliamo d’altro.
        Un abbraccio, sei spiritosa, splendida “camerata” da gite cantando “Quel mazzolin di fiori”, Una buona notte piena di simpatia.

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      2. Uh ma in quei posti c’è proprio la premura di farti sentire a casa, senza dubbio! Mi hai fatto ricordare la pensione Villa Anita di Santa Margherita Ligure dove andavo da piccola dai miei cugini e, hai ragione, ogni anno non mancavamo l’appuntamento… Anche fane’ (scusa l’accento, ma sono da cellulare) è un termine un po’ in disuso, ma che rende 😉 mi ritiro in camerata a canticchiare. Notte Guido, sei forte!!!

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      3. La Liguria, he-he! Mi sono astenuto dal citarla per brevità di spazio, ma il pensiero l’avevo. Avevo in mente la Trattoria degli Aranci :-), Bonassola, Cinque Terre, altro santuario, per tanti anni… la proprietaria ora sarà morta, il figlio subentrato già era almeno quarantenne… posti passati, vespaio di ricordi, piacevoli momenti.
        Buona giornata, al prossimo giro di giostra… 🙂

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      4. Con piacere al prossimo giro di giostra…a casa tua però…perché devo essermi persa il tuo ultimo post, ma recupero, non dubitare 😉
        Buona giornata a te, che sia luminosa!

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  9. Oh ma quanti bei commenti. Mi ci ritrovo in tanti. Non aggiungo altro se non che io i panini li farcisco sempre anche con un biglietto con un pensiero mio che la destinataria o il destinatario del pranzo leggerà.

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      1. Pensa invece che alla mia nanetta le dà un po fastidio perché lo deve leggere davanti alle amiche..Ma so che va bene così perché alla sua età e anche più avanti alcuni gesti mi irritavano

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  10. e questo post è una bellissima tua premura verso di noi che io mi sono acchiappata tutta tutta! che bello,…. piccoli gesti di cui neanche ci accorgiamo, ma sono così importanti invece… non lo sappiamo ma ci riempiono la vita! grazie tesorella di avermeli fatti leggere….
    e speriamo non si disusino mai! almeno noi teniamoceli stretti!

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    1. Ciao Alessia bella, ecco tu sei sì una persona sempre attenta e premurosa…..non ho dubbi! Basta vedere l’attenzione con cui leggi ognuno di noi e le parole che sai sempre trovare 🙂 a noi ci piacciono le piccole cose sì, che hanno un gusto pieno! Un abbraccio forte forte

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      1. io leggo con attenzione le cose che mi piacciono e mi regalano emozioni o risate o opinioni! come anche te daltronde! che bella giornata hai passato con tatina e meletta eh! chissà se un giorno anche io!
        si, le piccole cose, se ci fermiamo un attimo a vederle quanto ci regalano! bacissimo a te a a tutti i tuoi!

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      2. Si che bello l’incontro, naturale e spontaneo, sembrava di conoscersi già è proseguire un dialogo rimasto interrotto… Bello bello, ma io voglio abbracciare te prima o poi eh!!!!<3

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    1. Ciao Chiara!!! Grazie di cuore, confesso che sono un disastro con le assegnazioni di tag, ma il tuo pensiero mi fa davvero piacere … e la rete è qualcosa di importante in cui credo. Mi impegnerò stavolta 🙂 buona giornata!!!

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