…smamma…che vergogna.

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A volte mi dimentico di quando ho provato quella sensazione palpabile e tagliente di vergogna per i miei genitori. Eppure c’è stato quel tempo e richiamarlo alla memoria è un attimo.

Oggi poi è ancora più facile riviverlo attraverso gli occhi impietosi di un’adolescente che ti vive e ti osserva e con lo sguardo sa dirti tante cose, tutte molto precise e puntuali.

Sguardo tra il rassegnato e il deluso “No mamma ti prego, non chiamarla Elena, si chiama Camilla e te l’ho ripetuto 100 volte”,

Sguardo allarmato “Ti prego mami, non ti mettere a ballare appena senti una canzone, no no dai, ci guardano tutti, siamo in pubblico… cantare è pure peggio, sai dire solo na na na!!!”

Sguardo fulmineo “Ecco ora puoi anche andare, ora che mi hai accompagnato vai vai, via veloce, che non ti veda nessuno, ti supplicoooo”,

Sguardo implorante “No per favore, non chiedere ai miei amici come stanno e non iniziare a fare conversazione con loro, è molto imbarazzante!”

Sguardo moralizzatore “Uh che maglia trasparente ti sei messa, ma è il caso?”

Sguardo incredulo e giudicante  “Ma come fai a non trovare mai la macchina, a prendere così tante multe, a dimenticare sempre le chiavi di casa…ah tra l’altro sono appese fuori dalla porta, sono le tue, tranquilla!

E potrei continuare sì, perché gli occhi di mia figlia parlano e a tutti gli occhi dei figli, si sa, nessuna mamma è normale. Ditelo come volete, adeguata, giusta, possibilmente anonima, poco visibile e udibile.

Eppure credo che sia un passaggio obbligato quello dell’imbarazzo e quanto mai utile. E nell’imbarazzo osservo mia figlia prendere le distanze da me e a suo modo cercare di costruire una sua autonomia per poi un giorno, me lo auguro, tornare e guardarmi con i più benevoli sguardi dell’affetto.

Perché a 13 anni diventa necessario uniformarsi e far parte di un branco e tutto ciò che ci distingue fa paura. Perché in questi anni scomodi, di passaggio, nebulosi e solari insieme, si mira proprio a una normalità apparente e ogni gesto di rottura che provoca disagio o turbamento va bandito. Perché in quegli anni non si cerca una propria voce, ma la si modula il più possibile all’unisono con quella degli altri. A due anni mia figlia smenazzava quando qualcuno era insistente nel darle i baci o non le stava a genio, a 4 anni urlava come una posseduta dal pediatra, a 7 anni faceva delle bellissime telecronache delle sue giornate e si riprendeva mentre ballava e cantava a squarciagola, a 10 anni indossava con orgoglio due roselline nei capelli, fiera del suo look e della sua bellezza. Perché ai bambini, di dove vanno gli altri, non importa nulla. E’ solo più tardi che cercano i facili e rassicuranti sentieri dell’anonimato e reprimono i guizzi originali e un poco irregolari.
E quindi ci sta oggi lo sguardo tra il moralizzatore e il rassegnato, e ci sta che noi continuiamo ad andare per la nostra strada e, se occorre, ad imbarazzarli, assomigliando solo a noi stessi. Ci abbiamo messo così tanto ad emanciparci dal gruppo e a trovare  la nostra individualità, che non può che fare bene a loro, almeno lo spero, vederci ballare ascoltando la radio, rubar loro qualche bacio, resistere a dire no, essere anche diversi. Tanto agli occhi di un figlio nessuna mamma è adatta, ma meravigliarli con le nostre idee e i nostri comportamenti potrà far annusare loro il sapore della libertà.

 

 

38 thoughts on “…smamma…che vergogna.

  1. Mado! Quindi sarä cosi….
    È una ruota tesora… Lo abbiam fatto noi e lo faranno loro. Una tappa obbligata, vero? Ma quanto siamo belle quando ancora cantiamo, ci proviam i vestiti x una serata particolare… E quando ci perdiam chiavi e macchina? Ahahah! Possibile tu sia uno specchio x me! E quanto mi piace leggerti col tuo modo di scrivere cosi intimo!

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    1. Ciao Alessia bella, eh sì è proprio una ruota che gira…ed è bella anche per questo 🙂
      Quando mi accorgo di far vergognare mia figlia un po’ mi dispiaccio, un po’ mi vien da ridere…me ne faccio una ragione poi, ripensando a quante volte ho provato io quella sensazione di distanza!!! Sono felice che tu sia passata a trovarmi 🙂 oh sì io ballo sempre quando scatta la musica! bacio

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  2. Ciao Margherita.
    Anche mio figlio, che ha 14 anni, tiene alla larga i genitori e non gradisce il nostro interferire con lui specialmente quando si trova con gli amici.
    Ma questo diventa un’arma a mio vantaggio, perché se lui (faccio un esempio) è in ritardo dal tornare a casa, a me basta andare al parco e farmi vedere, perché lui si vergogni della mia presenza e torni a casa subito.
    Poi a casa mi fa le paturnie “era proprio il caso tu venissi fino al parco?”
    Ed io gli dico che lo farò tutte le volte in cui lui sarà in ritardo.

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    1. Ciao Andrea, grande!!! Mi hai dato un’ottima idea 😉 devo però dire che su questo punto mia figlia è davvero brava e per ora molto puntuale! 🙂 Cmq se spunto al parco, in ogni caso, non sarebbe particolarmente gradita la mia visita…come dar loro torto, però! buon pomeriggio e un abbraccio

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    1. Ma tu spendi sempre parole troppo belle! Non so se si tratti di equilibrio, sicuramente mi piace soffermarmi su tanti spicchi della nostra vita e coglierne alcuni passaggi 😉 grazie Presa Blu! 😘

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  3. Cara Signora Fagiolo, hai scritto un pezzo da dio, hai incontrato la musa al bar giusto, hai ripreso ogni dettaglio di una verità – che mi hai ricordato – in un mondo pure in continuo cambiamento, sembra in realtà immutato.
    Le ultime frasi, ultimissime, ecco… quelle le ho rilette due o tre volte, non perchè non fossero chiare, ma perchè volevo capire se, scrivendo tu di cuore (ce lo siamo detti tante volte), era arrivato il momento per il cuore di un buon caffè per la ricarica.
    (Non darmi del cannibale, ma proprio a mezzogiorno mi sono fatto un bel piatto di borlotti. Un bacio!)

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    1. Ahahah riesci sempre a farmi sorridere!!! Vero che è universale e rimane immutato nel tempo quel senso di vergogna provato nei confronti dei genitori? 😀😀😀 troppo buono con me Guido, mi rendi felice!!! SMACK

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      1. Verissimo, ma la tua analisi è talmente completa d’avere considerato anche tutti gli altri aspetti, per esempio le triangolazioni genitori-figli- e mondo esterno (compagni di scuola ecc.)
        Ancora, brava.

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  4. Ma che spettacolo di mamma, e di figlia! “Sai dire solo na na na!!!” è un pezzo sublime hahahaha posso ti prego dimmi che posso inserirlo da qualche parte nel mio nuovo romanzo? AHahah sublime!!! Comunque dille che è una impertinente, anche io so dire solo “na na na”, embè? 😀 Analisi impeccabile, la tua… io per ora sono alla fase urlo posseduto dal pediatra…

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    1. ahahahah, devo dire che sulle mie performance musicali ha ragione 🙂 ma certo che puoi inserirlo, come e dove vuoi 😉 ma non dirmi che stai già scrivendo un nuovo romanzo???
      La fase urlo da pediatra la ricordo assai bene, che incubo, ecco lì l’imbarazzo potente l’ho provato io! ciauuuu

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      1. Come sarebbe a dire “già”… ma te pare che restavo fermo? A dire il vero sono a pagina 100 😀 Daje che presto ti racconto 😀

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  5. Solo 13? Aspetta dopo 😀 Comunque al di là di qualsiasi “incomprensione” che la crescita porta tra un figlio che cresce e una madre che “cresce” sbiadisce con gli anni.. e alla fine ci si ritrova sempre e quella mamma “non adatta” se in principi imbarazzava, poi farà sorridere 😉 Un abbraccio Marge. Belle come sempre le tue parole!

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    1. Quindi sono solo all’inizio, accidenti lo immaginavo!!!! Altro che Mulino Bianco 😉 cmq spero proprio che sia come dici tu, che il tempo stemperi il tutto e lasci solo più i sorrisi…un abbraccio a te Rom, di cuore!

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  6. Sempre leggera e delicata come piuma ma dritta come una freccia che arriva al cuore, scuote senza far male… Mini, di fatto si vergogna già ora di me… Figurati tra sei anni!! 😳

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