Ci sono settimane di visioni ricorrenti, dove le riflessioni prendono forma, ci richiamano a un punto preciso. Ci fanno stare lì. Abitare accanto alle proprie incompiutezze ci insegna un sacco di cose. Ci sono settimane di cigolii dell’animo, eppure a guardarle da vicino queste imperfezioni, ci insegnano un sacco di cose. Da maneggiare con cura.
Che l’amore non è sempre seduttivo, ma può assumere le sembianze morbide di un abbraccio ed essere anche il sollievo della vicinanza. La distanza fa paura e la solitudine è un ottimo esercizio per capire chi sei. E se senti ancora il freddo dentro e fitte acute per un papà che ti guarda dall’alto, ma ti accorgi di una magnolia in fiore, i tuoi occhi iniziano ad essere pronti per la primavera.
Che lavorare tanto e non vedere risultati è una prova di disciplina, e nell’incertezza e nella ripetitività si scoprono utensili nuovi. E puoi alleviare la confusione mentale, riordinando cassetti e leggendo lettere del passato. E puoi anche riconoscere che gestire gli sbalzi d’umore non è il solo difficile compito di tua figlia adolescente. Appartiene anche a te.
Che quella ragazza bruna di sedici o poco più, con occhi pungenti ed energia spavalda, che affronta la parete di arrampicata con la grinta e la potenza di chi raggiunge sempre l’obiettivo non ha più forza di tuo figlio che arriva fino a metà parete e cerca smarrito appigli a portata di vista. E alla fine ti dice che i suoi muscoli hanno lavorato proprio bene.
Che il pianoforte di Porta Nuova attira una variegata umanità e lì ti sembra che nessuno cerchi la chiusura di un cerchio, ma i più rimangano incantati a ritrovare tra le note un ritaglio di evasione, un medicamento balsamico. Che vedere i propri sogni spostati in avanti non significa abbandonarli, ma semplicemente riporli, in attesa di riprendersi nuovamente cura di loro.
E i distillati di felicità possono stare nelle giornate storte che si chiudono e si riaprono con un caffè amico. I ti voglio bene mancati passano anche attraverso il nervosismo e l’insofferenza. Che vale anche un compito con brutta calligrafia, fuori dai margini, dove le i sembrano l e qualche lettera dimenticata può generare buffi neologismi.
Che il coraggio a volte sta nell’accettare piuttosto che nell’affrontare a muso duro e nel dare valore al silenzio. Che ci vuole davvero coraggio a far parlare la fragilità e prestare attenzione a chi cade.
Che per quanto ci sforziamo di curare il nostro giardino, tenerlo pulito e tagliare l’erba, cadranno sempre foglie indesiderate di un giardino adiacente. E la soluzione non è ripulirlo con ossessione, costruire un muro, ostinarsi nel confinare gli imprevisti, ma accogliere di sentirsi parte di un insieme che sfugge al controllo, costellato dalla realtà di limiti e naturali imperfezioni.
Le tue riflessioni fan sempre riflettere e riflettono la bella persona che sei!😘
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Ciao uaresovain!!! Tu sei troppo di parte…chiedi a chi mi sta accanto come sono 😉 che per accettarli questi limiti mi partono degli emboli inauditi!!! Ti abbraccio cara, buona settimana
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E vabbeh ma che partono gli emboli é il minimo! Un abbraccio a te 😘
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Scrivi: «Che lavorare tanto e non vedere risultati è una prova di disciplina, e nell’incertezza e nella ripetitività si scoprono utensili nuovi.»
Ecco, una frase che andrebbe scritta in cielo a monito del mondo sottostante.
(Tutto sommato la “sabaudite” è un peccato che resti solo corrente di pensiero regionale, estesa al resto del territorio nazionale non potrebbe – mai come ora – giovare)
Quanto al resto della tua irrefrenabile prosa, sto decodificando, si sa mai che io possa trovare spunti di cui giovarmi. Il Marghe-pensiero è così intenso! 🙂
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Guido, sei forte, non c’è che dire! Comunque questo aspetto del lavoro lo sto provando da tempo, specialmente negli ultimi mesi e mi fa arrivare a questi Marghe-pensieri 😉. In ogni caso le riflessioni scritte si nobilitano tra cervello e cuore, dal vivo sono molto più incazzuse (ops pardon, anche in Sabaudia ci si lascia andare)
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Madonna quanto siamo straordinariemente ZEN! Bello!! Sarà che torno dalle mie origini ma mi ha fatto piangere ❤
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Oh Rom altro che zen, è un continuo quotidiano confronto con questi limiti!!! Sopratutto in questo periodo. Li guardo e li riguardo, e cerco di vederne il lato buono 😋 ho visto le foto, top la camicia!!! Ti abbraccio forte
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Ma i limiti in fondo è belli averli, perchè è bello provare a superarli. O in alcuni casi ci aiutano a non andare a impelagarci in altro. Sì ero rosso Stalin.
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I risultati forse li conosciamo già, li abbiamo dentro di noi… per questo a volte l’attesa diventa pesante. Ma la consapevolezza di se stessi aiuta a sopportare…
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E qui c’è proprio il Dora-pensiero 🙂 un abbraccio amica cara!
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Il Dora-pensiero? Mi fai sorridere amica mia 😀
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Potrei non essere d’accordo? Io, che sui limiti bivacco quasi in eterno… Bisogna farseli amici, e quella tua osservazione sulle foglie dispettose del cortile adiacente mi lascia proprio una dolcezza materna, dentro 🙂
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Oh Maddalena! E’ dolce il tuo commento, non sai quanto, al termine di una settimana di bivacco sui propri limiti. Poi mi sono data una sferzata per vederli con occhi diversi!
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Se hai letto il mio pezzo sul Limite sai come la penso: a volte richiede più coraggio accettarli che infrangerli.
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No me lo sono perso…ma vado a cercarlo 🙂
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Una lettura in perfetta sintonia con la nuova stagione che viene ricca delle riflessioni invernali.
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Ma grazie! La primavera fa quest’effetto e i pensieri intorpiditi si rianimano! 😃😘
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brava Marghe, che bel post!
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❤
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Ognuno di noi ha i propri limiti, le proprie insicurezze ed imperfezioni. Come genitori, mariti e mogli siamo tenuti ad amare quelle dei nostri cari.
Troppo facile amarei pregi e le virtù.
E se vedo mio figlio che studia intensamente arrivando al 6 e mezzo, va bene lo stesso, perché è l’impegno quello che interessa.
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Tutto molto bello, come sempre!
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Grazie Romolo!!!
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Bellissime righe, come sempre! ❤
I limiti, come gli errori anche quando sembrano delle macchie bisogna disegnarci sopra e trasformarle… chessò, in nuvola 😉
( il pianoforte di Portanuova, ultimamente a me tira fuori un po' di malinconia… ma è comunque un dolce sentire)
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Tati bella, ma mi si è risucchiato il commento!!! Tu sapresti eccome trasformarli i limiti con i tuoi colori 😃 Porta Nuova è vero è malinconica, ma ultimamente intorno a quel pianoforte ho proprio respirato quel senso di umanità imperfetta e rotta che ha il suo fascino. Ti abbraccio, buona giornata!!! 😘
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e io lo sapevo!… ultimamente finisco nel bidone dell’umido in men che non si dica! ;D
Concordo, attorno a quel pianoforte c’è l’umanità scalfita ma sempre in piede, che fosse solo per qualche minuto respirano un sogno… ma per ora a me il cuore intorno a quei tasti batte ad un ritmo poco piacevole 😉
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hai trasformato i limiti in qualcosa di sublime e il nocciolo è tuo figlio che a metà scalata rinuncia e ridiscende soddisfatto di sè (un insegnamento, per me)
ml
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Uh onorata dalle tue parole Massimo…il nocciolo in tante cose è mio figlio, hai davvero colto l’essenza di questo post. Lui da sempre mi insegna a relazionarmi con i limiti. Grazie!
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E’ tutto vero Margherita, e io dovrei proprio imparare dai tuoi suggerimenti.
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Cara Alessandra, non è andata dritta una la settimana passata, …probabilmente per questo sono fioriti pensieri 🙂 un abbraccio affettuoso
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Ecco cosa significa quando sostengo – e cerco di concretizzare – l’utilità di trasformare ogni occasione in opportunità! Molto bello Margherita, molto vero… 🙂
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Grazie di cuore Primula, è un esercizio eh 😉 non sono mica così brava, ma mi impegno! Un abbraccio grande
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Ho imparato con l’età a non lanciarmi come un ariete contro gli ostacoli, a volte trovo la strada per aggirarli ed è sempre meno dolorosa. Tuo figlio è un inconsapevole saggio, accetta i propri limiti ed è soddisfatto del traguardo raggiunto. Essere più tolleranti e perdonare se stessi è una strada da percorrere che ci fa stare meglio e ci rasserena. Bellissimo come sempre leggerti. Un abbraccio. ❤
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È un’operazione di addomesticamento, in effetti!!! È così… Io cerco di fermare i momenti di lucidità in cui riesco a notare questa bellezza 😃 grazie a te di cuore per le tue parole!!! ❤
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