Mi aspetta. So già di trovarla con la sua collana di perle e il foulard amaranto, il borsino a tracolla, concentrata in un ultimo giro ispettivo della casa. A mettere in ordine non si sa bene che cosa.
Suono, le chiedo se è pronta perché possa rispondermi di sì, perché possa sentirsi puntuale, perché possa avvertire quel senso di approvazione che era solita dare lei, che ha fatto dell’insegnamento la bussola della sua vita.
“Dici che andrà bene?”
“Ma certo, non ho dubbi.” Sono io ora la parte rassicurante, la sponda d’appoggio. Ho imparato in questi anni a credere senza rimostranze, a non domandarmi più come andrà, ad agire senza pensare, a seppellire la paura.
E’ la parte che facciamo quando impariamo a prenderci cura di chi lo ha fatto con noi, prima. Quella fermezza che guardavamo ammirati ora è nostra quasi per incanto, finalmente ci appartiene.
Ora che Sofia e Lorenzo sono “grandi”, mi chiedono di stare tranquilla, mi dicono di farcela da soli, ricercano a turno distanza e indipendenza. E mentre cerco di fare pace con questo nuovo assetto delle cose, rivolgo a lei le mie cure. E’ questione di ruoli e tempi. Oggi valgono questi.
Eppure ogni visita di controllo mi riporta ai bilanci di salute dei miei figli, rivivo un sentimento di attesa, quella vertigine data dal trovarmi in un territorio inesplorato. E’ lo stesso anche qui, in questo studio elegante nella sua sobrietà, che profuma di pulito, dove i gesti si fanno rilassati e i pensieri si annullano, dove la lentezza dei passi non ha alcuna importanza, dove il dottore mi riconosce e in fondo è piacevolmente sorpreso di ritrovarmi a distanza di un anno. E mi parla con garbo e dolcezza, mi osserva attento alle prese con questa mia nuova maternità. E’ la mia terza maternità, dove non si aspettano progressi, crescite di peso e di altezze, qui la parola salvifica è stabilità.
E’ la fissità a dare sicurezza, quella cura che ha cristallizzato una normalità apparente, che tiene a bada crolli e brutti fantasmi, che mi fa tirare un poco il fiato, anche se si sa che è solo questione di tempo. Ma oggi vale questo.
Guardo mia mamma come una bambina troppo cresciuta che vuole fare bella figura. Cammina ostentando sicurezza, esegue alla perfezione gli esercizi di coordinazione, abbandona il bastone per dimostrare che il suo senso dell’equilibrio c’è ancora e l’incertezza è solo una faccenda di attimi e dice che la memoria con tutti gioca a nascondino. Si impegna, accalorata in viso, con i battiti accelerati, in attesa di un responso. Vuole fare ancora, è lì per far vedere tutto quello che sa fare.
A qualunque età vogliamo un resoconto in attivo, che attesti i nostri meriti, i nostri miglioramenti.
“Come mi ha trovata? Secondo me meglio dell’altra volta”
“Anche secondo me. Sei stata bravissima…”
“Allora festeggiamo? La compriamo una camicetta nuova?”
“Forse è tardi, non sei stanca? Ma no dai, hai ragione, corriamo a prenderla.”
E’ il nostro punto fermo: si accolgono le buone notizie celebrando il momento. Un gelato, una cena insieme, una camicetta che si abbini alle perle.
Nella voglia di far festa, nei suoi slanci generosi, nella sua tenacia c’è un’eredità grande, ci sono punti fermi, che tornano a fare capolino. Non bisogna avere fretta. Il passato torna con sembianze nuove. C’è un mondo in questa mia ultima maternità, c’è un mondo oltre mia mamma tornata bambina.
Cara Mirna, è proprio così! E’ un ciclo e viverlo è anche un privilegio…ho provato anche io tanta tenerezza durante quella visita, sembrava una prova d’esame! 😉 buona festa, un abbraccio!
Sto ai termini di ciò che leggo, concretamente e obiettivamente. Con questo non vado oltre, certo, ti capisco e immagino i tuoi punti di domanda in merito all’ipotesi di uscire dalla dimensione “post”.
La scrittura è una cosa talmente strana, troppo simile a una Fata Morgana.
Lo penso anche io, anche se oltre alla dolcezza so essere un po’ merdina… E tu lo sai 😉 mannaggia che stavolta ci siamo mancate, ma ci rifacciamo!!! Buona liberazione Tati cara ❤
perchè noi sappiamo essere dolci come il cioccolato torinese migliore e acide come il miglior vino da osteria! Buona liberazione a te bellaMeringhetta mia! ❤
E’ un compito dolce e importante questo accompagnare, proteggere e confortare, sapendo che stai restituendo amore a chi ti ha reso una persona così bella ❤
Sì è un compito importante e impegnativo, di riconoscenza ne provo davvero tanta, oltre a tutto il resto! Sono molto fortunata, forse per questo sento spesso il bisogno di parlare delle radici ❤ un bacio cara!!! P.s. Che belle le tue scarpe blu 😉😍
Margherita, quanto mi riconosco in queste belle parole.
Mio padre ora è lui ad avere bisogno di me e di mio fratello, a dover essere accudito, accompagnato dal dottore e a fare la spesa.
E’ ancora in gamba, per carità, ma vedo che i suoi chiedono compagnia, e noi gliela offriamo.
So che è un tema al quale sei sensibile, lo ricordo da tuoi post passati. E’ un po’ faticoso abituarsi a questi nuovi ruoli, c’è un fondo di malinconia costante, eppure sono momenti da fermare e da godere fino in fondo. un saluto caro!!!
Non so più ripetere le parole precise esatte che ti ho detto qualche giorno fa anche in presenza di testimoni 😄 (Erodaria, Romeo ecc.), ma il mio pensiero lo conosci, non fai altro che dargli conferma. Brava Margherita…💕
Mi hai trasmesso qualcosa di molto vicino alla serenità che stempera un po’ la paura che mi assale quando penso a ciò che mi aspetta, che aspetta tutti noi, in fondo. Meraviglioso
Grazie Giovanna! Sono felice che sia passata una sensazione di serenità, perché è quella che vivo, per quanto sia stato difficile accogliere e abituarsi a questo nuovo stato delle cose. Forse mi sono sentita davvero grande, adulta per intero, quando ho iniziato a sentire mia mamma affidata completamente a me.
Che strana coincidenza… forse è la fase in cui siamo, che rimescola le carte. Ho postato pochi giorni fa una riflessione proprio su questo scambio di ruoli, pensando a quando io sarò figlia dei miei figli. Il tuo spaccato ha una delicatezza e un aroma incredibili. Non voglio aggiungere niente, solo tenermi il sapore che hai dato.
Scusa se rispondo a distanza di così tanti giorni, ma sono stata un poco assente ultimamente…andrò a leggere la tua riflessione su questo scambio di ruoli, è un tema a me molto caro e sono curiosa di leggere cosa rappresenti per te. Un abbraccio e buona serata Maddalena!
Quanta tenerezza in queste parole. Siamo figli, poi genitori e poi genitori dei nostri genitori…..il ciclo della vita
LikeLiked by 1 person
Cara Mirna, è proprio così! E’ un ciclo e viverlo è anche un privilegio…ho provato anche io tanta tenerezza durante quella visita, sembrava una prova d’esame! 😉 buona festa, un abbraccio!
LikeLiked by 1 person
🌺
LikeLiked by 1 person
❤
LikeLiked by 1 person
Un bacio cara 🙂
LikeLiked by 1 person
:-***
LikeLiked by 1 person
Come racconti bene…
e poi sei anche sempre positiva…
LikeLiked by 1 person
Guido, vorrei davvero cimentarmi nel raccontare qualcosa, ma non so ancora cosa…:-) e tu sei di incoraggiamento, ecco!!!
LikeLiked by 1 person
Sto ai termini di ciò che leggo, concretamente e obiettivamente. Con questo non vado oltre, certo, ti capisco e immagino i tuoi punti di domanda in merito all’ipotesi di uscire dalla dimensione “post”.
La scrittura è una cosa talmente strana, troppo simile a una Fata Morgana.
LikeLiked by 1 person
È difficile, alquanto, ma almeno un tentativo vorrei farlo…ti farò sapere 😊
LikeLiked by 1 person
Questa è la dolcezza che serve a questo mondo!❤️😘
LikeLiked by 1 person
Lo penso anche io, anche se oltre alla dolcezza so essere un po’ merdina… E tu lo sai 😉 mannaggia che stavolta ci siamo mancate, ma ci rifacciamo!!! Buona liberazione Tati cara ❤
LikeLike
perchè noi sappiamo essere dolci come il cioccolato torinese migliore e acide come il miglior vino da osteria! Buona liberazione a te bellaMeringhetta mia! ❤
LikeLike
E’ un compito dolce e importante questo accompagnare, proteggere e confortare, sapendo che stai restituendo amore a chi ti ha reso una persona così bella ❤
LikeLiked by 1 person
Sì è un compito importante e impegnativo, di riconoscenza ne provo davvero tanta, oltre a tutto il resto! Sono molto fortunata, forse per questo sento spesso il bisogno di parlare delle radici ❤ un bacio cara!!! P.s. Che belle le tue scarpe blu 😉😍
LikeLike
Da ggiovine! 😘 ❤
LikeLike
Bella!!!
LikeLiked by 1 person
Margherita, quanto mi riconosco in queste belle parole.
Mio padre ora è lui ad avere bisogno di me e di mio fratello, a dover essere accudito, accompagnato dal dottore e a fare la spesa.
E’ ancora in gamba, per carità, ma vedo che i suoi chiedono compagnia, e noi gliela offriamo.
LikeLiked by 1 person
So che è un tema al quale sei sensibile, lo ricordo da tuoi post passati. E’ un po’ faticoso abituarsi a questi nuovi ruoli, c’è un fondo di malinconia costante, eppure sono momenti da fermare e da godere fino in fondo. un saluto caro!!!
LikeLiked by 1 person
Ruoli che cambiano, fasi che si avvicendano, con tenerezza.
LikeLiked by 1 person
E’ uno scambio di ruoli, dettato dal tempo, che regala nuove visioni e tanta tenerezza, è così!
LikeLiked by 1 person
L’hai espresso bene e con molta dolcezza.
LikeLiked by 1 person
che bello, bello davvero Marghe!
LikeLike
Non so più ripetere le parole precise esatte che ti ho detto qualche giorno fa anche in presenza di testimoni 😄 (Erodaria, Romeo ecc.), ma il mio pensiero lo conosci, non fai altro che dargli conferma. Brava Margherita…💕
LikeLiked by 1 person
Ma è stato molto bello sentire le tue parole dal vivo 🙂 è stata una scena memorabile, grazie Piera cara, io ti credo, voglio crederti 😉 un abbraccio
LikeLiked by 1 person
Mi hai trasmesso qualcosa di molto vicino alla serenità che stempera un po’ la paura che mi assale quando penso a ciò che mi aspetta, che aspetta tutti noi, in fondo. Meraviglioso
LikeLiked by 1 person
Grazie Giovanna! Sono felice che sia passata una sensazione di serenità, perché è quella che vivo, per quanto sia stato difficile accogliere e abituarsi a questo nuovo stato delle cose. Forse mi sono sentita davvero grande, adulta per intero, quando ho iniziato a sentire mia mamma affidata completamente a me.
LikeLike
E niente resti sole, cuore e amore, ma mai diabetica. Brava! PS. Sei davvero una donna fortunata perchè hai conosciuto me 😉 😀
LikeLiked by 1 person
Lo so di essere tanto fortunata Ro…ma come sarebbe bello averti sempre torinese, mannaggia!!!
LikeLiked by 1 person
In effetti nella “rete” si incontrano tante cose belle. Alla prossima. Un abbraccio
LikeLiked by 1 person
In una parola sola: Amore❤️
Amo l’Amore che ci metti nel descrivere e raccontare questi frammenti di vita❤️
LikeLiked by 1 person
Ciao Nadine! Ma che bello ritrovarti e grazie per le tue parole, davvero! Buona giornata ❤
LikeLiked by 1 person
Che strana coincidenza… forse è la fase in cui siamo, che rimescola le carte. Ho postato pochi giorni fa una riflessione proprio su questo scambio di ruoli, pensando a quando io sarò figlia dei miei figli. Il tuo spaccato ha una delicatezza e un aroma incredibili. Non voglio aggiungere niente, solo tenermi il sapore che hai dato.
LikeLiked by 1 person
Scusa se rispondo a distanza di così tanti giorni, ma sono stata un poco assente ultimamente…andrò a leggere la tua riflessione su questo scambio di ruoli, è un tema a me molto caro e sono curiosa di leggere cosa rappresenti per te. Un abbraccio e buona serata Maddalena!
LikeLiked by 1 person
E’ “Mano nella mano”, semmai non trovassi. Notte 🙂
LikeLiked by 1 person