Le stanze dei pensò.

aereo

Ogni anno succede. Penso di essere a giugno e mi ritrovo a luglio, tra l’indolenza del caldo e un senso di incompiutezza di metà anno. E guarda caso succede proprio prima che voi partiate.

E’ qui che affiora la mia debolezza, nella stanza dei pensò, in quello spazio di pensieri che si fanno sostanza e si traducono nella fatica di lasciarvi andare. E guardarvi partire.

Ma no mamma, non ti preoccupare, sappiamo badare a noi e ondeggiare tra gioia e tristezza, è normale, accade a tutti, ce lo ripeti sempre tu. E andiamo a tentativi, ce lo hai insegnato tu.

Ci sono giorni buoni e giorni storti, giorni rotondi di cavalloni coraggiosi e giorni di onde che si ritirano e di risacca.

Ma non preoccuparti tu. Ci hai lasciato baci soffiati, parole sussurrate al buio, doni nascosti nei nostri cuori. E partiamo felici.

Non dite ai miei figli tutte le insicurezze che mi assalgono, i sensi di colpa di momenti vissuti e poco goduti, le malinconie che traboccano delle estati passati. Non rivelate che ho una nostalgia appuntita di quando erano piccoli, di quei gesti d’amore meccanici e ripetuti, che mi facevano sentire una buona madre, mentre oggi sembra di perdere la rotta e di girarci sempre attorno.

Non dite che spesso mi interrogo sul loro futuro e non so bene come trasmettere un senso di fiducia nel presente, io che a momenti alterni mi chiedo cosa posso cambiare, disfare e rifare daccapo.

E non dite neanche che li vedo e li sento migliori di quello che esprimo a parole, vorrei finalmente riuscire a dirglielo io, una volta per tutte, non evidenziare i vuoti, ma guardare solo i loro contorni pieni. 

Non dite a Sofia che anch’io per amore avrei fatto di tutto, e che la sua generosità mi spaventa, è solo paura che si faccia troppo male. E che occorra poi incerottarlo troppo presto quel piccolo cuore.

Non dite a Lorenzo che mi spaventa la sua diversità che non risiede solo in capelli troppo biondi e sguardi appannati, ma in una lingua tutta sua, e quest’anno il tormentone riguarda la programmazione C e i principi di elettronica. Io che insegno loro ad avere pensieri differenti, poi ho timore di un’originalità poco omologata.

Non confessate a Sofia che anch’io avevo paura del latino e del greco, la differenza sta solo che mi chiedevo meno cose e viaggiavo su un binario unico. Vietato deragliare e farsi troppe domande. Eppure i suoi dubbi sono legittimi, lei li maneggia con sincerità e delicatezza, li lascia fiorire e poi seccare.

Non rivelate a Lorenzo che provo vergogna per la mia piccolezza, nel bisogno che ho di essere rassicurata su di lui, di sentirmi ancora e sempre dire che ce la farà, nonostante tutto. Che provo vergogna quando è lui a rassicurarmi e a ricordarmi che le etichette sui diversamente abili hanno poco valore, e se ne abbiamo paura è perché siamo i primi ad attribuirle, a spiegazzarle e cucirle addosso.

Prima o poi gliele vorrei dire io queste cose, sono quelle che affiorano nelle stanze dei pensò, nei saluti dal finestrino, negli abbracci caldi di un luglio assolato, nella vita che fluisce e ogni tanto si lascia fermare e guardare senza filtri.

20 thoughts on “Le stanze dei pensò.

    1. Caro Guido, ciaooo, lo prometto il prossimo post non sarà più a tema mammesco 😉 ne avevo in canna uno sul Premio Strega, ma poi è rimasto trattenuto nella penna…magari ci ripenso e lo pubblico 🙂 buona giornata!!!

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      1. Ma nooo, tu devi continuare dove ti porta il cuore! Io scherzavo e cercavo un pretesto qualsiasi per avere modo di parlarti. Perchè sei sempre gentile e carina.
        (Adesso però la battuta, perdonamela ma lasciamela dire: chi mi dice che il post in canna sullo Strega sia meglio di questo? )
        Un abbraccio, Marghe, a presto!

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      2. 🙂 oh ma tu mica hai bisogno di cercare pretesti, io con te parlo sempre e tanto volentieri e lo sai 😉 Veramente chi ti dice che il post sullo Strega sia meglio? Eppure sarebbe ora di uscire dalla comfort zone…to be continued! notte!!!

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  1. Vanno per caso in vacanza con la parrocchia, tipo centro estivo, oppure con i nonni?
    Quando mio figlio andava al mare con i nonni (era più piccolo) io all’inizio mi sentivo un po’ più libero, ma poi in effetti la sua mancanza tra le mura domestiche, anche solo per farmi arrabbiare, la sentivo eccome.
    E intanto loro crescono, e i rituali vecchi evaporano così come i giochi che si facevano insieme.
    C’est la vie.

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    1. Ciao Andrea, vanno in vacanza con la nonna, la raggiungono giù in Puglia e ogni anno arrivano queste ondate di nostalgia e sentimenti misti….come dici giustamente c’esta la vie, eppure non è facile abituarsi!!!

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      1. Il mio avrebbe la possibilità di andare ad Assisi per 6 giorni con la parrocchia (ci sono anche alcuni suoi amici) ma non ci vuole andare. Mah. Io alla sua età avrei fatto di tutto per andarmene via da casa almeno per qualche giorno.

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      2. So ragazzi, un po’ umorali e altalenanti, però sto imparando ad apprezzare in mia figlia quelle diversità rispetto al mio modo di essere allora. E’ un esercizio, provo a soffermarmi sulle sue ragioni e scelte, e spesso la scopro più sincera e coraggiosa rispetto alla me quattordicenne nel dichiarare cosa le piace o meno, cosa ha davvero voglia di fare!!! Sarà un tentativo per addolcire la pillola? 😉

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  2. [con un titolo così, però, come si fa a non leggere]
    Le fragilità dei genitori le rivedi, da figlia, a posteriori, anni dopo, e neanche tutte.
    E comprendi l’amore e il coraggio che stanno dietro ai sorrisi e alle cose che non si dicono. E ringrazi. 🙂

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    1. [il titolo è meglio del contenuto e noi sappiamo, mi sa, perché]…nella stanza dei pensò bisogna starci il meno possibile ;-)…. Non riesco a non dar voce a queste insicurezze e fragilità, anche se mi dico echepppallle da sola!!! Quello che dici comunque mi rinfranca, ci sono un sacco di cose non dette migliori di quelle che si manifestano, un abbraccio Bea!

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  3. Tentiamo di non dirglieli i nostri dubbi, le nostre paure ma poi le leggono, nei sospiri, nelle parole uscite a caso da una lingua da scartavetrare ( citazione, vediamo se sai da chi 😉 ) ma credo che siano anche quelle a far capire loro che siamo umani, per nulla infallibili e se sbagliano imparano che è normale… speriamo, io me la racconto un po’ così :-*

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    1. La cit ce l’ho, è il nostro amato orso,vero? il non detto viene fuori, è vero, ma quante volte vorrei essere capace di dire con più naturalezza certi miei dubbi e anche i pensieri belli…cmq siamo umani, certo, poi con sta caldazza tutto è doppiamente difficile!!! Un bacio bella Tati e buonanotte

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      1. Con ‘sta caldazza la mia intolleranza è salita a mille… e non parlo di cibo! :/
        La cit… esattamente 😀
        Secondo me lo sentono e lo vedono che siamo semplici esseri umani

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  4. Come ti capisco, Margherita! anche i miei bimbi sono via con i nonni e io che ho aspettato questo momento tutto l’inverno per avere un po’ di tempo per me, mi lascio invadere dalla nostalgia.
    E’ bello il tuo post, ma adesso attendo quello sul premio strega!!

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    1. Ciao cara, ora va meglio, la nostalgia appuntita si è fatta più soffice. E’ incredibile il posto che occupano…quello del Premio Strega mi sa che rimane in canna 😉 ma il libro della Ciabatti l’ho comprato, sono curiosissima, ti dirò…

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      1. Sì anche io ne ho un po’ che, per un motivo o per l’altro, sono rimasti in canna e rimarranno lì, ma non importa, servono comunque ad imparare. Fammi sapere sul libro della Ciabatti e nel caso avessi consigli di lettura, fammi sapere, sono in cerca di una valida compagnia per l’estate!

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      2. Io sto leggendo un bel libro di Fioly Bocca “Un luogo a cui tornare” che ti consiglio proprio per l’estate. Tra l’altro ho visto che poco fa l’ha recensito sulla sua pagina Fb Rossella Boriosi, non so se la conosci. Poi leggerò il nostro amico comune Orso RO, sono mui curiosa! Un altro libro che ho letto la scorsa estate, che ti consiglio, per la sua potenza e unicità è Cecità di Saramago, davvero incredibile. Un abbraccio!!!

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      3. Fioly la conosco, seguo anche il suo blog, ma in effetti non ho mai letto nulla di suo, così come per Saramago. Romeo invece l’ho già letto quest’inverno, ma non ti dico nulla per alimentare la tua curiosità. Grazie per i consigli. Un abbraccio

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