Valzer di malinconie e autunni imminenti.

candela e tv

Sono tra quelli che preferiscono l’autunno ad altre stagioni, che si commuovono quando guardano un film, che inciampano facilmente nelle trappole retoriche, la cui voce si rompe spesso e tentenna per trovare le parole giuste.

Pendo dalle labbra di chi racconta di passioni accese, rivoluzioni domestiche e lavorative, sogni realizzati, sfide impugnate, scommesse e lanci nel buio. Ma come fanno? Ho quel punto debole lì, cadere vittima di immedesimazioni momentanee, vivere transfert emozionali, riconoscermi nell’allegria e nei tormenti dei miei figli, fluttuare tra picchi di entusiasmo e facili preoccupazioni.

Perché se d’estate la vita scotta, brulica di energia e non si lascia ingannare, come sono rassicuranti le tinte tenui dell’autunno. Dove ho i sogni in levare e tutto il resto pare precario e appeso a considerazioni che sono lì, solo per un momento.

Sono tra quelli che ricordano instancabilmente, che pronunciano anche a sproposito “Com’è stato bello”.

Com’era bella la nostra prima casa, il primo affitto insieme, noi due appena sposati, il soggiorno vuoto con solo il divano blu, la prima vacanza con la pancia, Sofia che piange come un ossesso dal pediatra, Lorenzo che si infila e toglie il suo primo paio di occhiali, mia mamma ancora giovane, tuo papà che fa la spesa per dodici. Domenica sono andata all’Ikea e non c’è nulla di romantico, né di edificante nelle domeniche all’Ikea in cui trascini a forza tutta la famiglia, eppure in quella mia ricerca affannosa del tavolino Kvistrbro, elemento di spicco del nuovo catalogo, ho sorriso a quel pezzo di me che cattura e inscatola la felicità in un piccolo oggetto del desiderio, candele e tovaglioli rigorosamente inclusi.

La nostalgia settembrina fa ondeggiare tra memorie pesanti e un presente provvisorio, fatto di leggerezza ed inizi. L’inizio del liceo, della prima media, di un corso di scrittura, di un progetto che fa paura, di una prova in palestra (eh sì non esageriamo!). Settembre è il mese delle partenze obbligate, della semina di qualche proposito buono, di un anniversario che toglie il fiato, che scaraventa altrove in un tempo di incredulità e smarrimento. Sono trascorsi tre anni dalla morte di mio papà, eppure non ho bisogno di date per pensare a lui. Da quando non è più qui, la sua presenza si è fatta prepotente nei gesti, nello sguardo dei miei figli, nelle parole che pronuncio, nelle domande che mi pongo e nei tentativi di risposte che do. E nessuna luce è più adatta di quella autunnale per accompagnare questi pensieri. A settembre iniziano a cadere le prime foglie e con loro le difese, gli anticorpi combattono, si tenta di riparare i ricordi come meglio si può, il cuore batte forte, il suono delle parole rimbomba: vuoto e amore occupano lo stesso posto, tra stomaco e pancia. Che fatica riempire il primo a favore di sentimenti pieni.

Sono tra quelli che hanno bisogno di scrivere per guarire, di leggere per vivere pienamente, di parlare ininterrottamente per poi perdersi nel silenzio, attimi lunghi che percorrono come treni a vapore pensieri lontani. Di quelli che hanno bisogno di tempo per perdonare, per fare scelte importanti, per dimenticare.

Di quelli che amano l’autunno che istituzionalizza la malinconia, terra di passaggio tra tristezza e gioia, dove si volteggia in un valzer di momenti passati e nuove partenze e si trova la pace in una cena tutti insieme davanti alla TV, su un nuovo tavolino Ikea con una candela mela cannella rigorosamente accesa.

 

 

 

 

 

 

 

20 thoughts on “Valzer di malinconie e autunni imminenti.

  1. Adoro l’autunno con i suoi colori, amo questa stagione che mi suscita gioia, che mi fa assaporare la bellezza della natura, la serenità delle ore passate a godermi la mia casa, dove vivono le mie energie e quelle di chi vi ha abitato con me, ricordi che mi riscaldano il cuore. L’autunno mi fa assaporare i ricordi di vite vissute, mi fa entusiasmare per progetti futuri, mi fa sognare la vita che devo ancora vivere. “Sono tra quelli che …” potrei dirlo di me stessa. Immedesimazione, certo, ma anche condivisione di valori, desideri, sogni. Tu hai dato una descrizione ineguagliabile della “categoria”, anzi un’immagine perché mi sembra di “vedere” le cose di cui parli, fatti ed oggetti che si rincorrono uno dietro l’altro come foglie d’autunno che il vento trasporta sull’ebra di un prato che si sta già facendo gialla. Poesia per le mie orecchie, fonte di forti emozioni. Sono tra quelli che si emozionano a leggere di varia umanità! E di quelli che l’emozione la lasciano vivere e trasparire con naturalezza, senza reprimere nulla, perché non potrei vivere senza provare emozioni e sentimenti, per chi mi sta accanto, per me, per chi racconta … non potrei farlo senza lasciarmi travolgere dalla comprensione, solidarietà, condivisione. Grazie, Marghe, come sempre trasmetti un’infinita dolcezza, un grande amore per la vita, per la tua famiglia, per le persone che ti sono e ti sono state accanto nel tuo cammino. E lo fai con eleganza, raffinatezza, stile. E’ sempre bellissimo leggerti, un immenso piacere. Ti abbraccio forte, cara, buona serata. ❤ 😀 ❤

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    1. Me lo sono letto, gustato e riletto questo tuo commento che è poesia e quando sento che ci si immedesima negli scritti altrui, ecco credo che sia tra le cose più belle, che scaldano! l’autunno per me è proprio stagione di vita e rinascita, di cambiamenti e di tepore e me lo assaporo giorno dopo giorno 🙂 Grazie Marianna, un abbraccio e a presto!

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      1. OOOH tesoro mio, non so se è un dono. A volte credo sia solo tanta tanta confusione e quindi il mio neuroncino si barcamenn tra i vari barattoli messi nella testa 😀
        Bacioa te ❤

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  2. diceva un certo Hal Borland, giornalista americano, che, di tutte le stagioni, l’autunno è quella che offre di più all’uomo e chiede di meno. Aveva una gran ragione, come del resto ce l’hai tu, nel descrivere il tuo, di autunno.

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  3. Mi ritrovo tanto… in quella logorrea, parlata e scritta, e poi i vuoti che forse servono a smaltire, a rimettere a fuoco emozioni così vorticose. Mi ritrovo in questa tendenza a rintracciare sempre il prima delle cose, che a chi dice “l’importante è il presente” mi fa rispondere “il presente ha la polpa del passato”, il tempo si riempie del tempo che è stato (rima non voluta 😉 ). Però l’autunno no, meglio l’inverno franco, le transizioni sono equilibri troppo difficili, per me.

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    1. Ciao carissima, che bello trovare il tuo commento! I vuoti servono assai, dici bene, spaventano e destabilizzano, ma poi servono a ricalibrare e il presente non potrebbe avere questo gusto se dietro non ci fosse quello che c’è stato…forse sai io invece sono proprio per le transizioni, i passaggi, le tinte sfumate…per questo adoro l’autunno 🙂 Un abbraccio

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    1. Che meravigliosa definizione!!! Sai sempre trovare le parole giuste 🙂 quanto all’esorcismo della candela mela cannella io sono un po’ incline a queste derive casalinghe 😉

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  4. l’autunno a me mette malinconia… preferisco la primavera per la temperatura e l’estate per la luce, anche se a volte è bello essere sotto le coperte e sentire la pioggia scendere

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