La comunicazione fa la differenza.

La faccia, la faccia di piccola donna quando deve annunciare un bel voto non ha bisogno di parole. Sguardo ridente, occhi soddisfatti, fieri e trionfanti. La faccia, la faccia di piccola donna quando deve comunicare un brutto voto assume tratti decisamente più composti. Le strategie comunicative e i toni sono da manuale. Vari e variegati potremmo anticiparli, avendoli a nostra volta sperimentati. La cosa più commovente in effetti è riconoscerli tutti. Eppure assistiamo impassibili ad uno spettacolo che si tramanda di generazione in generazione. Arricchendosi anche di note personali e contemporanee. Comunicazione distraente “Mamma, papà fermi tutti, oggi sono successe un … Continue reading La comunicazione fa la differenza.

Ma ci pensi mai.

Rientro a casa in auto. Finalmente fine giornata, di quelle lunghe e pesanti. “Ma ci pensi mai che prima guardavamo il cielo e ora guardiamo Sky…” è il tormentone del momento, la passano su  Radio 102.5. Ascolto con sopracciglio alzato, sguardo perplesso, lo stesso che hai tu quando canto stonata a squarciagola Every breath you take e mi entusiasmo per le canzoni dei miei tempi. La scruto dal finestrino la mia dodicenne, faccia annegata nello smartphone. Improvvisamente si accende e si illumina alle parole di Fred De Palma. Canta felice, occhi limpidi, bella da morire. Da abbracciare. No lo confesso, non ci … Continue reading Ma ci pensi mai.

Retrogusto dolce amaro.

Mi piacciono le terre di mezzo, i toni di grigio, i suoni attutiti, i venerdì sera che delimitano lo spazio del fare da quello del pensare. Ogni venerdì ha un sapore dolce amaro di mandorle tostate, lascia il piacere di un giorno circolare, emana una scia di stanchezza e anticipa una fragranza di cose inattese. La parte migliore dei venerdì è quando rientro a casa da sola e mi godo il silenzio di uno spazio, e quel vuoto mi accoglie in un abbraccio. Una candela accesa, il profumo noto di pareti piene, la luce in ogni stanza a simulare qualche … Continue reading Retrogusto dolce amaro.

Telefonate mattutine.

Ogni mattina si svolge puntualmente una telefonata con mia mamma. Un rituale che si perpetua da anni, suddiviso in III atti. Un climax ascendente, straordinariamente ripetibile. Non evitabile. I atto “Ciao Margherita, come stai? Hai dormito bene?” L’incipit è rassicurante, uguale a se stesso da sempre, la prima domanda è un come stai piuttosto frettoloso, cui segue però una prima richiesta sull’adempimento di un fondamentale bisogno fisiologico. Non che abbia mai avuto problemi di sonno, ma mia mamma ancora dopo 43 anni continua ad accudirmi e si preoccupa di come abbia riposato. La richiesta non è evasiva e per nulla … Continue reading Telefonate mattutine.

Distanze da coprire, corde da tirare.

Piccola donna mi ricorda che tra un po’ ci sarà San Valentino e quest’anno non solo per la paura di essere beccata con le bombolette da quelli di terza media. Pensa a un regalo di San Valentino che dovrà fare. E io non riesco ancora ad abituarmi all’idea. Ricordo con tenerezza quel cuscino a forma di cuore, dono più banale non si poteva trovare, che ancora gira per casa e che aveva segnato il primo San Valentino con te. Lettere, una cena, quei due calici blu che usavamo per fare un brindisi dovunque ci trovassimo. Penso al nuovo romanzo fresco … Continue reading Distanze da coprire, corde da tirare.

Alta e bassa marea

La paura è una cosa che riconosco. Da piccola era la paura di essere sgridati, derisi, ignorati, di stare dentro o di stare fuori, di non essere invitati a quella festa delle medie. La paura bambina ha un sapore forte, lo senti subito, credi anche di non riuscire a deglutirla, poi in un battito di ciglia la dimentichi, sposti l’attenzione su qualcos’altro. Arriva quel bambino che hai spiato di nascosto per giorni e giorni, ti invita a unirti al gruppo e ti senti subito forte. Poi è arrivata la paura di non essere abbastanza. E quella, maledetta, dura da anni, … Continue reading Alta e bassa marea