Tutti i giardini possibili.

Nella poesia del giorno della mamma, celebrato in tutte le sue più romantiche declinazioni, costellato di foto e stories sul web che ritraevano mammi sorridenti, rilassanti, dedicate e felici, indaffarate e soddisfatte, la mia personale festa della mamma si è tenuta all’IKEA con il biondo in una mezza giornata di un maggio indeciso, tiepido e tentennante, alla ricerca di cornici per custodire alcuni nostri ricordi di viaggio e di un tavolino da balcone per accogliere la bella stagione.

In questo tempo di passaggio, alla rincorsa di quello che manca, di quello che renderebbe completi, di quello che potrebbe invertire la rotta e dare un senso diverso, ieri, proprio ieri, sono stata attraversata dalla sensazione che fosse tutto al suo posto, quello giusto, senza incertezze.

Che siano state le imperdibili polpette svedesi con puré, la combo rassicurante di tovaglioli colorati e candele profumate, l’euforia di un tavolino rosso fiammante sul quale sorseggiare insieme un caffè di chiacchiere, alla fine si inciampa nella felicità nei modi più imprevisti. E se nelle ultime settimane mi sento una perenne viandante che sente di aver perso qualcosa, la spensieratezza, la libertà di decidere solo del mio tempo, la giovinezza la freschezza del volto e dello sguardo, e provo quello struggimento sottile di chi è assalito dalla sensazione di un tempo che scorre impietoso, ieri mi sono sentita tutta intera. Nessun pensiero, nessuna infiltrazione di malinconia, solo il desiderio di creare un piccolo giardino, come lo ha definito Lori, un angolo di verde, una nota di colore, uno spazio di incanto.

Tutti i giardini possibili stanno in quei giorni lì, quelli in cui inspiegabilmente ci abbandona il concentrato di languori, fantasie, sogni e paure, ci riappropriamo della delicatezza dei momenti passati e della novità di quelli che verranno, dell’inebriante sensazione delle cose nuove e fragili, della certezza che tutto possa ancora accadere. Quelli in cui si acquieta l’inquietudine del cercare e vale più di tutte la serenità del godere, la bellezza di qualcosa, seppur piccolo, da costruire.

Nella poesia del giorno della mamma, celebrato in tutte le sue più romantiche declinazioni, costellato di foto e stories sul web che ritraevano mammi sorridenti, rilassanti, dedicate e felici, indaffarate e soddisfatte, la mia personale festa della mamma si è tenuta all’IKEA con il biondo in una mezza giornata di un maggio indeciso, tiepido e tentennante, alla ricerca di cornici per custodire alcuni nostri ricordi di viaggio e di un tavolino da balcone per accogliere la bella stagione.

In questo tempo di passaggio, alla rincorsa di quello che manca, di quello che renderebbe completi, di quello che potrebbe invertire la rotta e dare un senso diverso, ieri, proprio ieri, sono stata attraversata dalla sensazione che fosse tutto al suo posto, quello giusto, senza incertezze.

Che siano state le imperdibili polpette svedesi con puré, la combo rassicurante di tovaglioli colorati e candele profumate, l’euforia di un tavolino rosso fiammante sul quale sorseggiare insieme un caffè di chiacchiere, alla fine si inciampa nella felicità nei modi più imprevisti. E se nelle ultime settimane mi sento una perenne viandante che sente di aver perso qualcosa, la spensieratezza, la libertà di decidere solo del mio tempo, la giovinezza la freschezza del volto e dello sguardo, e provo quello struggimento sottile di chi è assalito dalla sensazione di un tempo che scorre impietoso, ieri mi sono sentita tutta intera. Nessun pensiero, nessuna infiltrazione di malinconia, solo il desiderio di creare un piccolo giardino, come lo ha definito Lori, un angolo di verde, una nota di colore, uno spazio di incanto.

Tutti i giardini possibili stanno in quei giorni lì, quelli in cui inspiegabilmente ci abbandona il concentrato di languori, fantasie, sogni e paure, ci riappropriamo della delicatezza dei momenti passati e della novità di quelli che verranno, dell’inebriante sensazione delle cose nuove e fragili, della certezza che tutto possa ancora accadere. Quelli in cui si acquieta l’inquietudine del cercare e vale più di tutte la serenità del godere, la bellezza di qualcosa, seppur piccolo, da costruire.

Leave a comment