Il senso di Margherita per la geografia.

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All’inizio di una settimana lavorativa che non si è preannunciata propriamente leggera, reduce da un week end in cui nessuno aveva dato massima prova di simpatia, ebbene sì succede, anche nelle migliori famiglie, conclude il lunedì rientrando a casa con maxi spesa arretrata, dove già si pregusta la visione di uno scanzonato “How I met your mother?” che sa aggiustare i cigolii delle giornate nate storte e scricchiolanti.

Vengono sempre meno tollerate le spese non ortodosse, lo sa, e quindi ha iniziato un’opera di attenta valutazione dell’apporto calorico e della presenza di zuccheri in eccesso, non trascura il fattore costo, garantendo che ci sia un bilanciato rapporto qualità-prezzo, ma c’è sempre qualcosa che le sfugge. Ha ancora parecchio da imparare.

Mentre posa borsa, PC, cappotto, saluta i ragazzi e si toglie le scarpe, proviene dalla cucina una domanda curiosa da parte del marito, espressa con tono piuttosto inquisitorio…

– Scusa ma tu sai dove si trova il Cile?

A quel punto immagina che il tutto sia riconducibile alla imminente verifica di geostoria di Sofi, che si sa che la geografia non è proprio la materia forte della parte femminile della family.

Risponde, il guaio è che risponde, anche con un certo orgoglio, perché può almeno questa volta non dare alcun segno di titubanza e a quel punto comprende l’imboscata.

Le si avvicina con sopracciglio accigliato e presenta la confezione di mirtilli, indicandole la provenienza della suddetta materia che ha percorso mari e intrapreso chissà quali viaggi per arrivare fino agli scaffali del suo amato e intimo Crai di Via Duchessa Jolanda. Passino i lamponi della Spagna, ma di fronte ai mirtilli del Cile lo sdegno è fortissimo.

Ora non sa se scoppiare a ridere, se appurare che si tratti di un simpatico siparietto o se rispondere con una sonora inequivocabile affermazione che dichiari il suo disappunto, ogni tanto un VAFFA ben assestato rimette velocemente a posto la situazione.

Eppure no, rimane incredula e non proferisce parola. Lascia decantare. E’ un momento, è il nervosismo di inizio settimana, vale un po’ per tutti, unito al cambio d’ora e a questi sbalzi di temperatura capaci di provocare ingestibili sbalzi di umore.

Peraltro c’è chi è irritabile per brufoli che si affacciano impertinenti e per le verifiche a raffica della settimana Pasquale, c’è chi è in trepidazione per il prossimo tanto atteso evento Apple, c’è chi si indigna per il tema dei prodotti a Km zero e per la filiera che va dal produttore al consumatore. Che è anche un argomento apprezzabile, interessante,  non vuole apparire superficiale e insensibile, ma in quel momento le sembra davvero troppo.

Alla sera la cena si conclude con mele del Trentino e mandarini siciliani, saluti e abbracci che il giorno dopo si riprende la consueta vita chi a Torino chi a Modena. E magari per 4 giorni salta il controllo qualità di alimenti in frigo e dispensa. Peccato.

La sera successiva prepara con una certa soddisfazione la macedonia di frutti di bosco, spremendovi sopra un limone orinale di Sorrento (ne è certa, l’ha appurato). La cena peraltro inizia con nachos e salsa piccante, fajjitas di pollo e manzo, fagioli alla messicana, nel mentre ha anche previsto un’insalata greca per chi voglia mantenersi più leggero e ricordare la freschezza estiva e preparato un pollo al limone, ispirandosi alla ricetta di Chen Lon. Sul tavolo presenti anche rubatà e pane guttiau, così per gradire.

E tutto questo la fa sentire meglio, questa irrazionale composizione della cena dove si mescolano senza criterio prodotti di varia provenienza e natura, abbinati a casaccio è liberatoria. Ecco. 

22 thoughts on “Il senso di Margherita per la geografia.

  1. Entrare nel limbo del km0 è una tortura per chi non ha la possibilità di avere un orto che sia su un terreno non inquinato: quindi quasi nessuno. Detto questo: prestamela una sera e la rimetto in riga alla velocità della luce!😂
    Prova a chiederle se ha la vaga idea da dove arrivi il filato della sua maglia preferita…😉
    Povera marghe mia, quando ci beviamo un vino prodotto in piazza castello?

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    1. Cara Tati, fosse l’adolescente di famiglia, ma qui si tratta del marito e della sue deriva salutista…te lo impresto certo, quando facciamo? 😉 preferisco pensare al nostro vinello locale 🙂

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      1. Allora è grave se ha preso una deriva adolescenziale!!!! Ha smesso di combattere i draghi del sonno?!?!? Lo faceva così bene😂
        Vinello, segno… quando puoi io corro su😘

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      2. Ahahahah Ai draghi del sonno si è ormai arreso da tempo…ma tutto sommato meglio quando riposa 😉 Dai che adesso arriva il bel tempo e ci facciamo un aperitivo anche con la Cilla, che dici? Ci sentiamo presto, un abbraccio

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    1. Io lo ammetto con vergogna, non so la geografia, so a mala pena i capoluoghi della mia regione… complici insegnanti pessime in tutte le scuole, e forse il fatto che la memoria con i nomi nel mio caso non funziona… con quella europea forse vado un po’ meglio, per lo meno so le capitali 😅

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      1. Dipende anche da cosa uno studia. Visto che tu fai economia, forse la geografia non è prevalente. Ma mio figlio fa logistica e vorrebbe fare o pilota o controllore di volo, la geografia mondiale dovrebbe essere basilare.

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      2. Che bello pensare di voler fare il pilota…sì in effetti la geografia serve, ma credo a tutti, indipendentemente da quello che uno studia o ha studiato. Io in realtà ho fatto lettere, e tutto ciò che a che fare con i numeri mi manda in panico 🙂

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    1. No guarda Chiara, io lo so che voi pensiate che stia romanzando, ma qui è verità fedele di vicende di vita vissuta 😉 e siamo in prossimità del pranzo di Pasqua….cosa potrà accadere?

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      1. Penso di capire molto bene la dinamica…io sono piuttosto ossessionata dalla provenienza del cibo (però ogni tanto è liberatorio anche non pensarci, eh)

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      2. Io ammetto che talvolta faccio davvero spese alla velocità della luce e la provenienza è davvero l’ultima cosa che guardo…è sbagliato, mea culpa…in ogni caso erano super buoni 🙂 🙂 🙂

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